Fra il mare verde di foglie e piante uno strano albero spiccava solitario in un angolo, come la una nota stonata in una melodia quasi perfetta. Il paesaggio sembrava volerlo isolare per far si che questi, con la sua sola presenza, rovinasse il suo splendore idilliaco.
Lentamente con passo leggero, Rajan, si avvicinò facendo attenzione a non rompere con il suo andare il tacito e pacato silenzio che regnava in quel luogo. Si fermò a pochi passi dal rugoso tronco e come ipnotizzata, una mano si sollevò lieve in direzione del legno. Da lontano non si era accorto di quanto fosse singolare la colorazione di quell’arbusto apparentemente morente. I rami secchi e il quasi grigiore della pianta sembravano essere segni evidenti dell’ormai vicina fine.
Posando il palmo su di esso, il giovane demo del fuoco, si rese conto che qualcosa in lui era ancora vita. Un flebile bagliore di era ben evidente. Piccoli insetti abitavano ancora quel luogo, trovando riparo fra gli ossuti rami e le lunghe radici.
Abbassò distrattamente lo sguardo a terra, seguendo il rapido andare di un gruppo di formiche che scendevano lungo il tronco per raggiungere il suolo. Notò che l’erba era diventata più verde da quando i suoi stivali di pelle nera avevano sfiorato il terreno che circondava la pianta. Che fosse stato lui?
Un rumore attirò poi la sua attenzione. Fra la fitta e verde boscaglia animali di diverso genere facevano capolino curiosi e spaventati allo stesso tempo. Temevano la sua natura demoniaca, era naturale dopotutto… era un demone della peggior specie, sanguinario, spietato, incurante di tutto e di tutti. Non aveva ne bandiera ne coscienza, libero come il vento.
Mentre osservava la fauna che si era radunata, si accorse di una presenza. Sentì una grande forza provenire da qualche punto. Si concentrò cercando di percepire con più chiarezza da dove provenisse e con qualche difficoltà capì che era abbastanza distante. Non era interessato a scoprire chi fosse, ne tantomeno si sentì obbligato ad andare via da quel piccolo paradiso terreste. Decise quindi di sedersi poco lontano dal misterioso albero e attendere ciò che il fato avesse in serbo per lui.
Avrebbe lasciato al destino la scelta. Il misterioso essere sarebbe giunto da lui? Avrebbe marciato nella direzione opposta alla sua? Non gli interessava. Una delle leggi che governava la sua vita di demone errante era quella di non fare sempre ciò che voleva e di non curarsi di nessuno.